Ma questo sarebbe un prezzo da pagare anche ragionevole, se almeno si avesse la certezza di poter bloccare l’esecutività del ruolo. Cosa che perಠcapita di rado.
La relazione annuale presentata dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, infatti, elenca esiti sconfortanti per il contribuente. Il numero delle istanze di sospensione, infatti, cresce costantemente (ormai investe oltre la metà delle cause in ballo ogni anno – circa duecentosessantamila – presso il giudice di primo grado), ma solo nel 27% dei casi tale istanza viene accolta dalla CTP.
Solitamente, infatti, la richiesta del contribuente èrespinta, per mancanza di “danni gravi e irreparabili†o per il mancato versamento della garanzia. E le statistiche mettono in luce differenze abissali da città a città .
In termini percentuali, la città dove sono proposte pi๠istanze di sospensiva in proporzione ai ricorsi presentati ènna, con quasi l’89%: èpraticamente un’abitudine quella di chiedere la sospensione dell’esecutività del ruolo, nella palese speranza di trovare di buon umore il giudice.
In valore assoluto, invece, èNapoli la città nella quale sono proposte la maggior parte delle istanze (quasi diciottomila), ma di esse trovano successo solo il 7,3%, che colloca il capoluogo campano al novantottesimo posto per tasso di accoglimento.
E i contribuenti partenopei, nonostante tutto, sono molto pi๠fortunati dei loro colleghi di Ascoli Piceno, dove la percentuale di accoglimento si attesta ad un microscopico 0,2%. Dal lato opposto le percentuali bulgare di Vercelli, che primeggia con un notevolissimo 74,1%.
Si ricorda che, laddove l’istanza di sospensiva fosse accolta, s’instaura una sorta di “rito abbreviatoâ€, e la causa deve essere trattata entro novanta giorni.