Ma come si calcola l’Imu? Per effettuare il calcolo occorre partire dalla rendita catastale, indicata nell’atto di compravendita insieme alla classificazione dell’immobile.
► LIMITE PAGAMENTO IN CONTANTI MANOVRA MONTI
La rendita catastale indicata nell’atto di compravendita deve poi essere rivalutata del 5%, in modo tale da ottenere la rendita catastale rivalutata. La classificazione dell’immobile indicata nell’atto stesso serve invece per individuare il moltiplicatore da utilizzare nel caso specifico, in particolare questo valore è160 per i fabbricati del gruppo catastale A (escluso A/10) e per le categorie C/2, C/6 e C/7; 140 per i fabbricati del gruppo B (uffici pubblici, scuole, ospedali) e per le categorie C/3, C/4 e C/5; 80 per i fabbricati A/10 (uffici e studi privati); 60 per i fabbricati del gruppo D (es. opifici); 55 per la categoria C/1 (negozi e botteghe).
► IMU SU ABITAZIONE PRINCIPALE DA GENNAIO 2012
La rendita catastale rivaluta dell’immobile deve quindi essere quindi moltiplicata per il relativo moltiplicatore, ottenendo cosଠil valore catastale dell’immobile che rappresenta la base imponibile dell’Imu.
Il valore catastale dell’immobile deve poi essere moltiplicato per l’aliquota stabilita dal comune in cui èsituato l’immobile e che oscilla tra il 7,5 e il 7,6 per mille, mentre per le prime abitazioni èprevista un’aliquota ridotta del 4 per mille.
Moltiplicando il valore catastale per l’aliquota prevista nel caso specifico si ottiene quindi l’imposta Imu al lordo di eventuali detrazioni.