Della torta, una fetta di 3,3 miliardi riguarda oggetti d’ abbigliamento, accessori e prodotti multimediali e informatici, con acquisti che hanno toccato quota 108 milioni.
L’Italia èil primo produttore di ‘taroccati’ in Europa e il terzo nel mondo. Non si salva internet dove almeno il 30% della merce venduta via Web ècontraffatta.
Il taroccato èsocialmente trasversale: il 16% degli italiani ha comprato nel corso dell’ultimo anno almeno un articolo contraffatto, sono soprattutto donne, hanno tra i 18 e i 34 anni, nel 62% dei casi non si sente minimamente in colpa.
Gli amanti (o le amanti) del taroccato si scatenano soprattutto nell’ abbigliamento (11% di capi taroccati, di cui soprattutto t-shirt e camicie).
Sono questi alcuni dei risultati che emergono dalla ricerca realizzata dall’Istituto Piepoli e da Confcommercio sul fenomeno della contraffazione in Italia.
Perchè il “taroccato†tira cosଠtanto? Sicuramente perchè si puಠmostrare un capo firmato acquistandolo ad un prezzo molto pi๠basso.
La firma rappresenta uno status symbol, ci dà la sensazione di essere IN, siamo accettati meglio dagli altri, siamo informati sulle tendenze; la conformità alla moda, ad una ‘regola’ che riduce il rischio di sbagliare; la rassicurazione in quanto certifica una scelta; la sensazione di conseguire un’identità . Pi๠di 2.000 anni fa, Socrate poneva ai suoi allievi una domanda che si potrebbe tranquillamente riproporre ai giorni nostri: èpi๠importante l’essere o l’apparire?
Ma il faIso si compra anche perchè comodo da trovare: Si tratta di prodotti che si incontrano per strada senza bisogno di cercarli, sono beni non necessari, qualcosa che si prende senza troppo ragionarci, con leggerezza. Inoltre, sono fonte di rassicurazione in quanto elimina il rischio di sentirsi gabbati.
Le donne la fanno da padrone: il 58% di coloro che acquistano falsi sono del gentil sesso. L’età media va dai 18 ai 34 anni.
Come si puಠcombattere il falso? Probabilmente riducendo i prezzi dei prodotti di marca. Una leggenda metropolitana sosteneva che fossero proprio le case di marca a produrre i falsi ed alimentare i banchetti del mercato con i propri articoli. Visto il giro d’affari(oltre 7 milardi di euro!), sarà proprio una leggenda metropolitana?