Pi๠nel dettaglio, le tabelle fornite dal ministero ai sindacati indicano 3.236 esuberi nei ministeri, 126 negli enti pubblici di ricerca e 666 negli enti pubblici non economici.
Per quanto riguarda i dirigenti, invece, gli esuberi totali previsti sono 487. Di questi, in particolare, 48 riguarderanno i dirigenti di prima fascia, mentre i restanti 439 quelli di seconda fascia.
I dati sono comunque provvisori, in quanto non èsclusa una variazione in sede di trattativa con i sindacati. Il ministro ha inoltre precisato che allo stato attuale non ècorretto parlare di esuberi, in quanto si tratta di eccedenze che saranno gestite insieme ai sindacati previa verifica dei pensionamenti ordinari e dei prepensionamenti, nonchè prendendo in considerazione anche gli strumenti di flessibilità contemplati dalla normativa attualmente vigente, come il part time, la mobilità volontaria e quella obbligatoria per due anni con riduzione degli stipendi. Una volta conclusa questa fase si potrà parlare di esuberi veri e propri.
Del resto, un netto taglio del numero delle eccedenze ègià evidente se si considerano i dati contenuti nel testo del decreto uscito dal Parlamento lo scorso agosto, dal momento che una prima stima indicava 24.000 dipendenti pubblici in esubero, circa 11.000 nei ministeri e negli enti pubblici non economici e 13.000 negli enti territoriali.
Secondo le prime stime, la riduzione del personale impiegato nella pubblica amministrazione comporterà un risparmio pari a circa 342 milioni di euro. A questa cifra bisogna poi aggiungere il risparmio derivante dal mancato rinnovo dei contratti di 200.000 precari che lavorano nella pubblica amministrazione, in scadenza il 31 dicembre prossimo.