Nel corso del tempo, in effetti, il numero delle morti bianche èandato progressivamente diminuendo, il che colpisce considerando che negli ultimi anni il valore dei lavoratori occupati èandato crescendo.
Nei primi Sessanta, per fare un paragone, il numero complessivo superava abbondantemente le quattromila unità .
Merito indubbiamente di norme pi๠severe e di una pi๠diffusa sensibilità sul problema, sebbene la strada da percorrere ècerto ancora lunga.
Il luogo di lavoro pi๠pericoloso èindubbiamente la strada: quasi un terzo delle vittime, infatti, ècostituito da autotrasportatori, agenti di commercio e altre categorie di lavoratori “on the roadâ€. E ad essi possono essere assimilati anche i 276 defunti nel percorso quotidiano casa-lavoro, ugualmente registrati.
Una netta diminuzione anche per il numero complessivo degli infortuni sul lavoro, pari a circa 875.000: si tratta del 4,1% in meno rispetto all’anno precedente, ma ècomunque una cifra spaventosamente elevata. Scendendo nel dettaglio, inoltre, scopriamo che nell’ambito dei lavoratori extracomunitari il valore èinvece in controtendenza, con un incremento del 2% rispetto al 2007.
Lieve crescita per le cosiddette “malattie professionaliâ€, contratte cioèin occasione di lavoro, fra cui prevale sfortunatamente il cancro. Da tenere sott’occhio anche il fenomeno delle crisi depressive legate al mobbing, di cui sono stati registrati cinquecento casi ma che si ipotizza siano solo la punta dell’iceberg.
Rimane infine da ricordare che incidenti e malattie nella galassia del lavoro sommerso restano fuori da ogni censimento.