Sebbene le ondate di orientali e slavi negli ultimi anni abbiano fatto calare il loro peso percentuale (oggi siamo attorno ai 270.000, pari a circa il 7% del totale degli immigrati), dal punto di vista assoluto essi hanno continuato ad aumentare anno dopo anno, quasi tutti arrivati in Italia dopo le tristemente famose traversate del Mediterraneo a bordo dei barconi.
Il motivo principale, naturalmente, èla fuga dalla miseria (l’ONU calcola che il reddito medio nell’Unione Europea sia circa venti volte superiore a quello africano), ma non vanno trascurati nemmeno i motivi politici: la maggioranza di coloro che provengono dall’Africa orientale, in particolare, arrivano qui per sfuggire a persecuzioni razziali o religiose.
Le nazioni pi๠“prolifiche†di migranti verso il nostro Paese sono il Senegal e la Nigeria, ma negli ultimi anni sta crescendo anche il peso di ghanesi, eritrei e camerunensi. Proporzionalmente pochissimi, invece, gli immigrati provenienti dall’Africa meridionale.
Buona parte di essi trova lavoro nei settori dell’industria o dell’agricoltura (soprattutto in ruoli poco qualificati), ma in realtà èsoprattutto il commercio che pare essere la loro ispirazione naturale.
Stando ai dati della Confederazione Nazionale dell’Artigianato, sono oltre ottomila le imprese fondate dai soli senegalesi, nove decimi delle quali impegnate nell’ambito commerciale. I nigeriani seguono con oltre 3.500 ditte, con una spiccata propensione non solo per il commercio ma anche per il manifatturiero.
Fra i camerunensi, invece, troviamo la pi๠elevata percentuale di studenti in proporzione al numero complessivo degli immigrati: quasi il 20%, segno inequivocabile che le nostre università , per chissà quale motivo, pare proprio che siano molto popolari nel Camerun.