I dati inerenti i fallimenti di impresa elaborati da Cerved mostrano un grave aumento nell’anno 2013, che vanno ad aggravare la già difficile situazione di crisi degli scorsi anni. L’istituto Cerved ha analizzato i dati del primo trimestre del 2013 e ha stimato che circa 3500 aziende hanno avviato una procedura di fallimento, un valore che supera di circa il 12% lo stesso dato rilevato nei primi tre mesi dell’anno precedente.
Un altro dato allarmante e con numeri ancora pi๠alti rappresentano le aziende che hanno già chiuso i battenti. Si registra infatti un numero definitivo di fallimenti in continua ascesa.  Dal rapporto Cerved emerge che nel primo trimestre 2013 ben 23 mila aziende hanno iniziato una procedura di liquidazione volontaria o di insolvenza.Un dato che èin netto aumento rispetto al valore del 2012, che era del 7% inferiore a quello del 2013.
La nota pi๠tragica èche molte aziende decidono di chiudere volontariamente la propria attività economica prima di giungere al fallimento e per evitare di indebitarsi ulteriormente in una situazione di mercato in cui mancano le commesse ed i consumi sono in grave recessione. Le modalità di cessazione dell’attività di impresa sono molteplici.
Non esistono solo le procedure sinora elencate, ma molte aziende ed imprese decidono di eseguire delle procedure di fallimento diverse dall’insolvenza, stipulando ad esempio dei concordati preventivi oppure dei concordati in bianco. Queste due norme sono state recentemente introdotte dalla riforma del diritto fallimentare.
Il rapporto Cerved analizza quindi delle gravi criticità del mondo imprenditoriale che spesso sfuggono alle comuni statistiche che non mostrano i diversi casi di cessazione delle imprese, diverse da quella del fallimento. Purtroppo la situazione deriva dalla grave doppia recessione che ha colpito l’Europa ed in particolare l’Italia; si era già giunti ad una situazione critica di fallimenti raddoppiati nel 2008 senza che la notizia facesse allora molto clamore mediatico.