Si intende innescare, infatti, un circolo virtuoso che porti da un lato all’irrobustimento del capitale proprio nelle società riducendone la dipendenza dalle banche e dall’altro incentivando questa ricapitalizzazione con una riduzione della pressione fiscale, peraltro non elevatissima.
Il meccanismo che si intende introdurre èpiuttosto semplice. Sono presi in considerazione gli incrementi del capitale sociale compiuti nei sei mesi successivi all’entrata in vigore definitiva della legge: tempi ristretti, dunque, per approfittare dell’incentivo.
Rilevano, inoltre, soltanto gli incrementi dei soci persone fisiche, con esclusione dunque dei soci-enti di qualsiasi tipo, e soltanto se si tratta di aumenti costituiti da nuovi conferimenti (non rilevano, dunque, i cosiddetti “aumenti gratuiti†con passaggio di riserve a capitale). Il discorso riguarda le Snc, le Sas e tutte le tipologie di società di capitale.
Ebbene, il 3% del valore degli incrementi patrimoniali rilevati secondo le regole indicate costituirà un importo che si potrà portare a riduzione della base imponibile dell’imposta sui redditi, per un ammontare complessivamente non superiore a cinquecentomila euro. Questa detassazione si ripeterà nel periodo d’imposta in cui avviene l’aumento del capitale e nei quattro anni successivi.
Immaginando, quindi, che in una Srl i soci (tutte persone fisiche) aumentino nel settembre 2009 il capitale di centomila euro, si potranno dedurre dalla base imponibile IRES tremila euro per i periodi d’imposta dal 2009 al 2013.
Sussistono perಠalcuni punti oscuri su cui si attendono chiarimenti: se la detassazione vale pure per l’IRAP; se rileva anche il sovrapprezzo, ossia il valore dei conferimenti che non entrano nel capitale; cosa succede se la base imponibile ènegativa o comunque inferiore all’importo della detassazione (forse la quota di detassazione non utilizzata èrinviata al futuro?)