Trattandosi di economie il pi๠delle volte quasi a livello di sussistenza, in generale condotte dal nucleo famigliare o in piccole cooperative, esse non rappresentavano per le banche un interesse tale da permettere un accesso al credito.
Troppi per le banche i problemi, la possibilità di rientrare del capitale versato, il forte rischio, ed anche il fatto che anche qualora il debito fosse stato restituito i margini di guadagno erano cosଠirrisori che difficilmente gli istituti di credito si facevano coinvolgere nell’impresa.
Tale circolo vizioso, economia a livelli minimi, niente accesso al credito, ed ulteriore difficoltà di tirare avanti, tipica per esempio delle attività agricole nei paesi poveri, tuttavia ha dato per anni la stura ad un fenomeno, quello dell’usura, che invece si sviluppava proprio grazie a piccoli prestiti, in definitiva perಠriducendo sul lastrico coloro che vi si affidavano per va degli enormi interessi da restituire.
Alcun finanziatori hanno cosଠcominciato a erogare prestiti anche di minime quantità di capitale, ed il successo di queste prime iniziative èstato talmente elevato da diventare in pochi anni un vero e proprio successo.
La diffusione della rete èstata in un certo senso uno dei motori propulsori invece dello sviluppo di una forma di credito che talvolta puಠanche non superare il centinaio di dollari, ma che permette a chi ne usufruisce di poter iniziare o rafforzare un’attività o un’impresa, con il vantaggio di sottrarre alla miserie persone che pur avendo capacità e potenzialità imprenditoriali non hanno la possibilità di farle emergere proprio per mancanza di capitali.
Attraverso internet èinfatti molto pi๠facile raccogliere fondi, anche di pochi euro o dollari, e anche trovare privati che hanno deciso di lanciarsi nell’impresa.
Oltretutto ciಠèanche redditizio, e le imprese che hanno successo garantiscono un ritorno del prestito con interessi che possono anche essere interessanti.
Alla base del meccanismo sta il livello basso degli interessi e soprattutto l’assenza di quelle garanzie che invece sono necessarie normalmente per accedere ad un prestito bancario.
Se ha avuto successo nei paesi poveri il microcredito si sta sviluppando anche nei paesi industrializzati, interessano quelle migliaia di famiglie che vivono in condizione di povertà .
E’ di questi giorni la notizia che la Conferenza Episcopale Italiana, insieme all’ABI, l’associazione delle banche italiane, ha iniziato una campagna per il microcredito, il “Prestito della Speranzaâ€, destinato alle famiglie numerose con pi๠di 3 figli, che non hanno fonti di reddito.