Il decreto del ministero dell’economia e delle finanze, pubblicato già sulla Gazzetta Ufficiale, chiarisce qualcosa in pi๠sulle pensioni, i prepensionamento e la soluzione per gli esodati. Tutte regole che dovrebbero essere valide per il 2015 e per il 2016.
A partire dal 2016, questo èpoco ma sicuro, i pensionati si ritireranno dal lavoro 4 mesi pi๠tardi rispetto ad oggi per via delle nuove quote da raggiungere per entrare nella classe dei pensionati. Il fatto che il giorno del pensionamento arrivi pi๠tardi, dipende dal miglioramento delle aspettative di vita valutato dall’ISTAT.
Il ministero dell’economia ha pubblicato un decreto in Gazzetta il 31 dicembre 2014 definendo i requisiti di età per il lavoratori del settore pubblico e privato che adesso dovranno aspettare 120 giorni in pi๠prima di dire addio a capi e colleghi. La revisione delle quote èvalida per tutte le categorie di lavoratori, anche per gli esodati, per coloro che svolgono un lavoro usurante e per tutti i prepensionati del pubblico impiego, insomma per le categorie penalizzate dalla legge Fornero.
Da gennaio 2016 il diritto alla pensione per tutti sarà garantito a chi ha raggiunto non la quota 97,3 (quella attuale), ma la quota 97,6. La quota deve sommare l’età anagrafica all’anzianità contributiva. Un discorso analogo, poi, va fatto rispetto all’età minima per andare in pensione. Delle nuove quote per andare in pensione nel 2016 abbiamo già parlato mentre non abbiamo sufficientemente approfondito il tema dei prepensionamenti.
Per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente la penalizzazione prevista dalla riforma Fornero èstata rimossa fino al 31 dicembre 2017. Una nuova notizia per chi aveva deciso di andare in pensione prima dei 62 anni d’età . La penalizzazione rimossa prevedeva una riduzione dell’1 per cento per ogni anno di anticipo della pensione rispetto ai 62 anni di età e la riduzione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 60 anni. La penalizzazione resta per chi si ritira dal lavoro a partire dal primo gennaio 2018.