Quando a gennaio arriva il picco dell’influenza c’èsempre da chiedersi se ne saremo immuni ma la mamma che lavora si deve chiedere anche come farà a gestire la malattia del bambino qualora dovesse avere la febbre e i disturbi influenzali tipici. I permessi per la malattia bimbo, che non sono retribuiti, possono essere una soluzione. In alternativa potete chiedere i congedi parentali. Un lavoratore dipendente ha diritto ad un numero illimitato di giorni di permesso non pagati per la malattia del bambino se questo non ha ancora compiuto tre anni. Dai 3 agli 8 anni, invece, il numero di giorni di permesso per malattia bimbo si riducono a 5 in un anno. Cinque per la mamma e cinque per il papà , quindi 10 in totale.
Un bel pasticcio se pensiamo che l’influenza, per i bambini, dura almeno 10 giorni. In pi๠c’èda dire che i permessi per malattia bimbo non sono retribuiti, tranne che per i dipendenti pubblici che hanno tutele maggiori di chi lavora nel privato. Tutti comunque devono dimostrare con un certificato rilasciato dal personale del Servizio Sanitario Nazionale che il bambino sta male. In pi๠si deve produrre un’autodichiarazione per indicare che nei giorni di congedo per la malattia bimbo chiesti dalla madre, il padre èregolarmente a lavoro. I permessi di questo tipo, infatti possono essere fruiti alternativamente dai genitori.
Il congedo parentale, invece, èun’alternativa retribuita a queste assenze giustificate. Si percepisce il 30% dello stipendio giornaliero anche se non ci si reca sul posto di lavoro. L’unico problema èche per fruirne ènecessario farne la richiesta all’INPS con modalità telematica, per cui questa richiesta deve essere programmata.