Fino ad un paio di anni fa, infatti, gli studi di settore venivano approntati all’ultimo momento, poco prima del mese di maggio dell’anno successivo, quando cioèinizia il periodo in cui si cominciano ad inviare le dichiarazioni dei redditi.
Un’attesa poco accettabile, cosicchè il D.L. 112/2008 aveva imposto di fissare, con riferimento al periodo d’imposta 2008, la data ultima del 31 dicembre e dal 2009 in poi la data del 30 settembre.
Sennonchè la crisi globale ha largamente rimescolato le carte: gli studi per il 2008 sono stati rivisti e aggiornati con alcuni indicatori ad hoc, che ha fatto slittare l’entrata in vigore della versione definitiva alla primavera inoltrata.
E per il periodo d’imposta 2009?
Il termine del 30 settembre, come accennato, sarà ben difficile da rispettare.
Sempre la crisi, infatti, impone un’indispensabile revisione degli indicatori approntati in fretta e furia pochi mesi fa, aggiornandoli agli sviluppi della situazione economica nei singoli ambiti imprenditoriali. Se cosଠnon si facesse, d’altronde, gli studi di settore sarebbero scarsamente rappresentativi delle realtà aziendali italiane, risultando di fatto inutili.
Senza contare, inoltre, che per ogni studio di settore èprevista una progressiva articolazione per aree territoriali omogenee, al fine di renderli sempre pi๠in grado di fotografare le concrete situazioni aziendali locali; ma la laboriosità di quest’articolazione ènorme.
In definitiva, èda aspettarsi nelle prossime settimane una proroga governativa della scadenza indicata, che difficilmente comunque potrà andare oltre il 31 dicembre.