Quando si parla di economia, oggi, non si puಠtrascurare la questione radiotelevisiva e quindi anche la riforma della RAI che adesso va verso il superamento del canone. I soldi dell’abbonamento legato al possesso dell’apparecchio radiotv dovrebbe essere compensato da un maggio numero di pubblicità .Â
Non abbiamo un documento ufficiale per le mani ma soltanto un’anticipazione della riforma RAI pubblicata da La Stampa, sufficiente per proporre delle riflessioni.
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La RAI del futuro èsenza canone ma con pi๠pubblicità . S’intravede questa struttura dal disegno di legge del governo sulla riforma del servizio pubblico radiotelevisivo. Il Ddl sarà presentato nei prossimi giorni in Commissione Trasporti al Senato. Si dovrà quindi aspettare ancora un po’ prima di assistere ad un piccolo terremoto nel servizio pubblico.
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Quello che la riforma vuole fare èandare oltre il tetto massimo degli spot previsto dalla legge Mammà¬. Un passaggio che potrebbe far crescere il volume degli introiti pubblicitari fino all’abolizione del canone. Ne sarebbero felici gli italiani che classificano l’abbonamento RAI tra le tasse meno digerite di tutti i tempi.
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Ad ogni modo non andremo verso la proliferazioni di canali in cui spadroneggiano le televendite. Infatti resterebbero in piedi i limiti di affollamento pubblicitari previsti dal Tusmar, il testo unico dei servizi di media audiovisivi e radio. L’unico cambiamento consistente, almeno si spera, potrebbe essere quello nelle casse della RAI che potrebbe ritrovarsi ogni anno qualcosa come mezzo miliardo in pià¹.