Rinunciare alle cure non per negligenza ma per impossibilità economica èquello che non dovrebbe succedere in un paese civile. Forse l’Italia non èpoi cosଠcivile come l’avevamo immaginata.Â
Il quadro sulla rinuncia e sull’accesso alle cure nel nostro Paese da parte degli anziani e dei cittadini in generale, èstato tracciato e commentato da Confesercenti
“Questi dati – dice Lino Busà , direttore della Fipac-Confesercenti – delineano un quadro sufficientemente realistico e drammatico di come funzioni il Servizio Sanitario Nazionale in Italia, ma purtroppo le cose stanno ancora peggio. Basta un dato per rendere comprensibile la situazione degli over 60 rispetto all’assistenza sanitaria: ogni anno, rispetto ad una pensione media di 1180 euro, una mensilità finisce in medicine, esami diagnostici, visite specialistiche e buona parte di questa somma va a strutture private. E’ un dato allarmante – conclude Busà – che perಠda la misura dei costi e dell’efficienza del nostro Servizio Sanitarioâ€.
Ma di quali dati si parla? Ecco i primi dati snocciolati in un lungo comunicato stampa.
Il primo dato a spiccare tra le risposte degli interpellati, proprio in tema di possibilità economiche, èil 34% degli interpellati che dichiara di aver dovuto rinunciare negli ultimi anni a visite diagnostiche specialistiche proprio a causa del costo eccessivo del ticket, a fronte di un 52% che ha potuto permetterselo e di un 14% che invece si èpotuto avvalere dell’esenzione per accedere agli esami. La tendenza alla rinuncia per motivi economici potrebbe giustificare la quota parte del reddito che nel 46% dei casi non ha superato il 10%, nel 20% dei casi èarrivata al 15% , nell’11% al 20%, mentre l’11% per cento degli interpellati ha potuto dedicare tra il 20 ed il 30 per cento del reddito alle spese sanitarie.