Confesercenti non ha dubbio sul fatto che l’impiego massiccio dei voucher dipenda dal fatto che l’economia italiana èin una fase di stallo, la ripresa èincerta e le prospettive di breve respiro.Â
La ripartenza iniziata nel 2015, infatti, ha iniziato già dall’ultimo trimestre a dare segni inequivocabili di rallentamento, in seguito confermati anche dalle previsioni della Banca d’Italia e del Fondo monetario internazionale. Cosଠscrive Confesercenti spiegando che in una situazione simile ècomplicato per le imprese fare delle programmazioni di lungo periodo per cui èpalese che lo strumento di pagamento pi๠gettonato siano i voucher. Ora poi si èavuta una regolamentazione pi๠stringente dello strumento. Precisa pertanto la Confesercenti:
Il voucher èuno strumento utile a tutti: alle imprese, soprattutto nella gestione dell’attività non programmabile, in particolare nei settori di commercio turismo e servizi, ma anche ad un’importante quota di lavoratori – tra cui studenti e genitori – che desiderano un lavoro flessibile e non strutturato per poter far fronte agli impegni privati, come ci dicono i dati Inps: i lavoratori che vengono pagati con i buoni, infatti, sono soprattutto donne (in oltre la metà dei casi) e giovani, visto che l’età media non arriva ai 36 anni.
Per questo riteniamo fuori luogo le polemiche a priori sull’uso dei buoni lavoro. Anche perchè la stretta già c’ stata: le nuove norme introdotte per garantire la piena tracciabilità dei voucher sono una garanzia non solo verso possibili abusi dei datori di lavoro, ma anche verso la concorrenza sleale operata a danno degli imprenditori che utilizzano correttamente questo strumento. Per questo riteniamo che, dopo aver fatto il punto sulle regole, si debba procedere ad una fase di potenziamento dello strumento: in primo luogo alzando il tetto annuale di compensi percepibili dai prestatori ed anche di quello erogabile dalle imprese commerciali.