I dati di Unioncamere-InfoCamere sono stati pubblicati ieri ed evidenziano una lenta, lentissima ripresa del settore dell’artigianato. Sembra infatti che al 30 giungo 2016 ci siano pi๠di 1,3 milioni di imprese artigiane con un saldo positivo di iscrizioni di 2520 unità . Il tasso di crescita èdello 0,19%.Â
Chi vuol fare l’artigiano in quale regione e in quale provincia dovrebbe vivere? I dati geografici presentati nel rapporto sono i seguenti:
In chiave territoriale nel secondo trimestre del 2016 l’artigianato presenta un maggiore dinamismo nel Nord-Ovest(+0,28%), seguito dal Centro (+0,21%), Nord-Est (+0,20%) mentre èpi๠statico il Mezzogiorno (+0,03%). In particolare si osserva che la forbice tra tasso di sviluppo del totale imprese e tasso di sviluppo dell’artigianato èdi 0,44 punti e sale al massimo di 0,70 punti nel Mezzogiorno; seguono con 0,47 punti il Centro, con 0,30 punti nel Nord Ovest mentre si registra il minimo di 0,28 punti nel Nord Est.
Tra le regioni si osservano valori del tasso di sviluppo trimestrale superiori alla media in Valle D’Aosta (1,07%),Trentino-Alto Adige (0,52%), Liguria (0,38%), Lazio (0,33%), Molise (0,31%, prima regione del Mezzogiorno), Umbria(0,31%), Lombardia (0,28%), Friuli-Venezia Giulia (0,26%), Emilia-Romagna (0,25%), Piemonte e Calabria (0,24%).
Per le province si osserva una dinamica dell’artigianato nel secondo trimestre 2016 pi๠accentuata a Aosta (1,07%),Trieste (0,95%), Catanzaro (0,80%), La Spezia (0,68%), Trento (0,61%), Isernia (0,58%), Vibo Valentia (0,55%),Palermo (0,52%), Terni e Imperia (0,51%).
In generale si sottolinea una ripresa in corso che va analizzata sul lungo periodo. Ci sono due cicli recessivi che hanno fatto selezione delle imprese artigiane. L’economia italiana in toto ha perso circa il 10,3 per cento del PIL procapite e in parallelo èstata registrata una riduzione del 9,3% delle imprese artigiane, con un calo, in valore assoluto, di 137.584 unità .