Se siete cosଠfortunati da ricevere un’eredità sappiate che con ogni probabilità dovrete sostenere i costi della tassa di successione: si tratta di un’imposta che deve essere pagata allo Stato e che viene calcolata in base alla dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate.
In realtà la tassa di successione deve essere pagata in relazione al tipo di eredità ricevuta: in base al Decreto Semplificazioni, sono esentate le eredità di valore modesto al di sotto dei 100 mila euro (prima le esenzioni erano previste per valori ereditati inferiori ai 25mila euro) e le eredità che non comprendono diritti immobiliari o beni immobili. In pratica quali sono i beni che non possono essere sottoposti a tassa di successione? La tassa di successione non va pagata per:
I veicoli iscritti al PRA
Le aziende familiari e partecipazioni sociali
I titoli di debito pubblico
TFR e indennità che spattano agli eredi per diritto
Beni culturali già sottoposti a vincolo culturale prima della successione
Crediti vantati dal defunto nei confronti dello Stato, INPS, enti pubblici territoriali, INAIL etc.
Società di capitali, di mutua assicurazioni o cooperative che hanno sede in Italia nel caso in cui gli eredi ne detengano il controllo per almeno 5 anni dopo la successione o ne proseguano l’impresa.
La tassa di successione si paga sul patrimonio ereditato, in base alla differenza tra l’attivo e il passivo (debiti ereditati): possono essere tassati i beni immobili di ogni genere, i agricoli o edificabili, i beni immobili (conti correnti, ma anche le aziende e le partecipazioni di società ), opere d’arte, barche gioielli e denaro investito),