Esse, ora, possono essere vendute non solo nelle farmacie ma anche nelle parafarmacie, che talvolta sono imprese indipendenti e altre volte sono corner specializzati all’interno degli ipermercati.
L’associazione Federconsumatori ha pubblicato i risultati della seconda ricerca nazionale sul consumo dei farmaci da banco. I dati emersi sono molto incoraggianti per i cittadini italiani: ogni medicinale venduto nelle parafarmacie costa mediamente settanta centesimi in meno rispetto all’acquisto in farmacia, e ogni cittadino risparmia in media circa venti euro ogni anno.
Ma il dato medio non riflette, naturalmente, il ben pi๠sostanzioso risparmio annuale goduto dai principali consumatori di farmaci, e cioègli anziani, il cui reddito ènormalmente piuttosto basso e che quindi hanno beneficiato in misura elevata della liberalizzazione.
Le parafarmacie hanno oggi acquisito una quota del 7,6% nel mercato dei medicinali, con un volume d’affari pari a 140 milioni di euro all’anno. E non vanno dimenticati i riflessi occupazionali: circa 6.500 persone lavorano oggi negli esercizi parafarmaceutici di tutta Italia.
Fra le pieghe dell’analisi troviamo altri dati interessanti. Mediamente le farmacie comunali sono le pi๠care di tutte, anche pi๠delle private, mentre i corner negli ipermercati sono pi๠convenienti delle parafarmacie indipendenti.
L’indagine sottolinea poi l’ascesa inarrestabile dei farmaci generici, la cui efficacia èidentica a quelli di marca, ma il prezzo ènettamente pi๠economico. Gli acquisti di farmaci generici nel 2002 era infatti pari al 12% del mercato, mentre nel 2008 siamo arrivati al 43%. Quest’ascesa non èsorprendente, considerando che il risparmio oscilla intorno al 30%.