I costi per aprire un ristorante sono sempre pi๠alti e la nuova frontiera diventa spesso e volentieri quella di optare per un’alternativa leggermente pi๠economica: aprire un ristorante in casa.Â
In sostanza un privato cittadino puà²Â organizzare cene a pagamento in casa, rigorosamente low cost, contattando gli ospiti attraverso piattaforme social. Un nuovo modo di sharing economy per arrotondare.Â
Fino a qualche tempo fa si trattata di un’attività imprenditoriale occasionale che non richiedeva particolari licenze o autorizzazioni: poteva essere avviata senza l’apertura di partita IVA e rimanendo sotto i 5 mila euro lordi di incasso annuale.Â
Adesso le cose sono cambiate. I ristoratori si ribellano e arriva una legge che regolamenta controlli e i requisiti per l’apertura dell’home restaurant che diventano pi๠severi per regolamentare un’attività che in Italia continua ad aumentare il suo fatturato. In sostanza l’home restaurant diventa un’attività saltuaria di impresa anche se viene tassata come un’impresa vera e propria che esige la tracciabilità dei pagamenti.
Tutte le attività devono essere inserite in una piattaforma digitale relativa all’organizzazione di eventi enogastronomici mentre le cene saranno considerate saltuarie, ma non devono superare i 500 coperti e 5.000 euro di incasso annuale.
Chiaramente i proprietari di casa devono rispettate determinate norme, (SCIA e HACCP) anche in merito alle regole urbanistiche di abitabilità e di igiene dei locali come previsto dalla legge. Fra le regole “restrittive†il fatto che l’home restaurant debbano accettare clienti con almeno trenta minuti di anticipo (una norma diversa rispetto al ristorate tradizionale), ma anche il fatto che l’attività di home restaurant sia incompatibile con quella di Airbnb.
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