Migliora la soddisfazione personale, diminuisce la fiducia nella situazione economica del Paese e crolla la speranza che possa crescere l’occupazione.
Questo èil quadro, poco roseo, che emerge dal Rapporto Tecnè2016 realizzato dalla Fondazione Di Vittorio (Istituto per la ricerca Cgil) che indaga sulla qualità dello sviluppo descrivendo la situazione dell’Italia. I dati parlano chiaro mostrando l’idea di un Paese che cresce molto poco, in Paese in cui la ricchezza tende a concentrarsi soprattutto nelle mani di pochi, dove la speranza che qualcosa cambi e possa migliorare precipita clamorosamente e dove si sceglie soprattutto il ripiegamento nella sfera privata.
Crolla anche il concetto di partecipazione sociale: un campanello d’allarme per Susanna Camusso, segretario generale della Cgil che lancia un appello per la necessità delle riforme per le politiche economiche e sociali .
La svalorizzazione del lavoro e dei suoi diritti, la mancanza di lavoro e la sua precarizzazione, la continua crescita di diseguaglianze, oltre che un enorme problema per le persone, rappresenta un freno allo sviluppo del paese. Dare risposte partendo dai pi๠deboli non solo ègiusto ma èil meccanismo necessario per dare sicurezza a tutti, per dare fiducia evitando dumping e diseguaglianze.Â
Commenta il segretario della Cgil .
Ma vediamo nel dettagli i dati che mostrano anche delle discrepanze fra le diverse regioni d’Italia. L’indice generale sulla qualità dello sviluppo scende da 100 a 99 soprattutto nel Nord (addirittura da 115 a 113 nel Nord Est), sensibilmente anche nel Centro (da 103 a 102) mentre nel Mezzogiorno resta ferma a 85.
In un quadro del genere aumentano invece la soddisfazione personale e la fiducia interpersonale rispetto al 2015, mentre crolla la fiducia economica (e scende a 76). Aumentano i beni posseduti dalle famiglie (che passano da 100 a 104) e scendono gli standard abitativi scendono da 100 a 98 punti.
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