Si stima che le richieste complessivamente inviate siano circa trecentomila, pari al 60% del complesso dei lavoratori irregolari nel settore, che, secondo le previsioni pi๠prudenti ammontano a cinquecentomila (ma secondo altre stime potrebbero sfiorare il milione di unità ).
Di queste domande, perà², èfisiologico che una parte sarà bocciata per vizi procedurali o mancanza dei requisiti, cosicchè si puಠpresumere che alla fine pi๠o meno la metà dei lavoratori interessati resterà in stato di irregolarità e l’altra metà sarà “sanataâ€.
Al di là delle potenziali bocciature delle istanze di regolarizzazione, resta il fatto che moltissimi datori di lavoro non hanno inviato la domanda. Le cause possono essere molteplici.
Innanzitutto, i fattori di natura strettamente monetaria. La sanatoria comportava il versamento di cinquecento euro (oltre a spese accessorie, come l’acquisto di una marca da bollo da € 14,62), senza contare che in un secondo momento occorrerà pagare i contributi evasi per gli anni passati e, ovviamente, per quelli futuri.
Ma ci sono anche altri fattori da considerare, come il ridotto timore che lo stato di irregolarità venga mai scoperto: evidentemente, le sanzioni (persino di natura penale, in caso di extracomunitari) non si sono rivelate un deterrente sufficiente.
Da non trascurare, infine, che per le colf erano richiesti requisiti particolari, come ad esempio un rapporto di lavoro non inferiore alle venti ore settimanali, che per moltissime famiglie sono una soglia eccessivamente alta.