àˆ caos con la tassa Airbnb che sarebbe dovuta scattare lunedଠ17 luglio e che consiste nel versamento della cedolare secca, con l’obbligo da parte degli intermediari degli affitti brevi e turistici di trattenere dai proprietari delle case affittate per brevi le imposte dovute.
Ma sembra che la nuova norma inserita nella manovra bis possa trasformarsi nell’ennesimo flop. A contestare la normativa e il versamento previsto (che dovrà avvenire entro il 16 di ogni mese) sono proprio gli operatori del settore che contestano al Governo la normativa spiegando l’impossibilità di adeguarsi.
Ci troviamo nell’impossibilità tecnica di adeguarci. Lo Stato si èriservato due anni per ideare e introdurre la cedolare secca ora pretende che ci adeguiamo in un fine settimana. Ci troviamo nell’impossibilità tecnica di adeguarci.
Ha scritto alcuni degli operatori del settore tra cui Airbnb, Homeaway e l’associazione degli agenti immobiliari Fiaip in una nota congiunta al Governo. Gli operatori non contestano la misura antievasione messa a punto, ma la sua modalità : il codice tributo (1919) èarrivato solo due settimane fa e il regolamento dell’Agenzia delle Entrate èstato reso noto solo giovedà¬.
Il pagamento va effettuato tramite F24, codice tributo 1919. I soggetti devono trasmettere al Fisco i dati relativi ai contratti conclusi attraverso di loro: nome, cognome e codice fiscale del locatore, indirizzo dell’immobile, durata del contratto (aggregando in caso necessario anche i diversi contratti brevi per lo stesso immobile) e importo lordo
Il legislatore vorrebbe che dedicassimo migliaia di ore di sviluppo per modificare portali attivi e operanti, che informassimo centinaia di migliaia di proprietari nel corso di un fine settimana.
Continuano gli intermediari nella nota congiunta spiegando chiaramente di non avere intenzione alcuna al momento di raccogliere la tassa dai proprietari per girarla direttamente al Fisco.