Due sono le cause delle sue difficoltà : la riduzione progressiva e inesorabile dei fondi che Stato e Regioni destinano annualmente per finanziarlo e il minore appeal che esso riesce ad esercitare sui giovani, a causa della scarsa funzionalità che consente di rivestire per la successiva ricerca del posto di lavoro.
Il servizio civile ricevette in origine una notevole attenzione ma ormai èntrato da qualche anno in difficoltà enormi, cosicchè giacciono oggi in Parlamento diverse proposte per riformarlo radicalmente.
Le proposte sono diverse fra loro, e puntano in diverse direzioni: alcuni suggeriscono di attribuire un ruolo maggiore, se non addirittura esclusivo, alle Regioni e agli enti locali, al fine di favorire attività sociali legate alla cultura e alle problematiche proprie del singolo territorio; altri propongono un maggiore rigore selettivo nella scelta dei progetti e delle associazioni no-profit cui affidare i giovani vincitori dei bandi annuali.
Anche su questioni di dettaglio come temi e orari fioccano le proposte. L’idea diffusa èquella di prevedere un impegno per almeno quattro giorni alla settimana e per un orario minimo pari ad almeno venti ore, per un arco temporale fra i nove e i dodici mesi.
Comunque vada a finire, i numeri oggi disponibili non sono incoraggianti. I posti banditi nel 2009 sono in tutto ventiquattromila circa, contro i ventisettemila dell’anno scorso e gli oltre quarantatremila del 2007; i progetti approvati sono calati nell’ultimo anno da 3.500 a 2.400; e i fondi stanziati scenderanno dai 171 milioni previsti per il 2010 ai 127 dell’anno successivo.