Una stangata del valore di 13 miliardi nell’arco di tre anni: questo èil monito lanciato dal Consiglio nazionale dei commercialisti in merito alla manovra economica formata ieri sera dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo l’ok della Camera.Â
Lo studio dei commercialisti d’altra parte non fa che confermare l’aumento della pressione fiscale che era già stato ipotizzato dall’ufficio parlamentare di bilancio nel triennio 2019-2021.
Gli esperti sostengono che ammonteranno a 12,4 miliardi le le tasse maggiori applicate su banche e assicurazioni (5,6 miliardi), sulle imprese (2,4 miliardi), sul settore del gioco d’azzardo (2,1 miliardi), sui grandi gruppi dell’economia digitale (1,3 miliardi), sui consumatori (0,6 miliardi) e sugli enti del non profit (0,4 miliardi).
Le maggiori entrate pari a 7,3 miliardi arriveranno invece dai contribuenti non in regola con il Fisco che potranno mettersi in regola come previsto dal decreto fiscale incluso il ‘saldo e stralcio’ inserito nella legge di bilancio.Â
Ammontano invece a 6,8 miliardi gli importi della riduzione del prelievo fiscale, concentrate soprattutto sulle partite Iva individuali (- 4,8 miliardi), sul settore immobiliare, sul settore dell’edilizia e degli interventi sulla casa in generale (- 1,8 miliardi).Â
E arriverà anche l’aumento della tassazione locale considerando che la manovra non conferma il blocco rinnovato per tre anni (2016-2018) degli aumenti delle aliquote Irap, Imu, Tasi e addizionali regionali e comunali all’Irpef consentendo pertanto aumenti fino al 50%.Â
E se i commercialisti lanciano l’allarme, d’altra parte il Governo smentisce tutto spiegando che la pressione fiscale non aumenterà sui cittadini, ma al contrario sulle banche, sulle assicurazioni, sul gioco d’azzardo come ha replicato pochi giorni fa il premier Conte.Â
CGIA DI MESTRE, L’IMPATTO DELLA MANOVRA SULLE IMPRESE
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