La gestione dell’impresa sociale richiede l’adempimento di numerose obbligazioni. Infatti, sono fatte salve tutte le norme applicabili alla tipologia di ente ai sensi del codice civile e delle leggi speciali.
Una particolarità , perà², riguarda la nomina del collegio sindacale, che èpossibile per qualsiasi tipo di impresa sociale ed à¨, anzi, obbligatoria quando per due anni consecutivi si superano due dei seguenti tre limiti: attivo patrimoniale superiore a € 2.200.000,00; valore della produzione superiore a € 4.400.000,00; dipendenti impiegati mediamente nell’anno superiori a 25. Si tratta, cioà¨, delle soglie indicate dall’art. 2435-bis del codice civile per la redazione del bilancio abbreviato, ma ridotte alla metà .
I sindaci, nella loro relazione annuale, devono rendere conto del monitoraggio sul rispetto degli obblighi imposti dalla legge all’impresa sociale.
Dal punto di vista contabile, l’impresa sociale ètenuta a redigere il libro giornale, il libro degli inventari nonchè il bilancio sociale, da comporre secondo modalità indicate con decreto ministeriale e da depositare presso il Registro delle Imprese.
In caso di crisi, l’impresa sociale èsempre sottratta alla disciplina del fallimento ed èinvece assoggettata alla liquidazione coatta amministrativa.
Una volta stabiliti tutti i requisiti e gli obblighi a cui devono sottostare, ènaturale domandarsi quale sia il vantaggio dello status di impresa sociale. Ebbene, oltre agli eventuali ritorni d’immagine per l’azienda, il vantaggio giuridico fondamentale èuno: l’impresa sociale èdotata di autonomia patrimoniale perfetta, e dunque i soci o associati non sono mai chiamati a rispondere dei debiti eventualmente accumulati dall’ente (fatto normale per le società di capitali ma inedito per le associazioni). Questo, perà², purchè il capitale sociale sia superiore a ventimila euro.