Anche in questa fase di crisi, non si registrano particolari effetti negativi, tanto che il livello degli occupati èrimasto pressochè costante nell’ultimo anno.
I lavoratori si stimano intorno ai 119.000 nel Nord-Ovest, agli 80.000 nel Nord-Est, ai 62.000 nel Centro e ai 63.000 fra Sud e Isole.
àˆ da notare come gran parte degli occupati sia costituita da lavoratori qualificati, dotati di diploma di laurea (25% del totale) e, talvolta, di titoli post-laurea.
Per quanto riguarda le attività svolte, il peso preponderante èassunto dai servizi di cura e assistenza sanitaria alle persone, nel cui segmento trovano occupazione ben sette dipendenti di impresa sociale su dieci.
Gli addetti del settore, tuttavia, non si lasciano lusingare dai buoni risultati esposti e derivanti dalle indagini di
Unioncamere: gli effetti della crisi sono attesi per il medio-lungo periodo, e potrebbero essere duri.
Ma vi èanche un altro problema molto sentito: gran parte del fatturato dipende dalle attività esercitate in convenzione con la Pubblica Amministrazione, e nel difficile contesto attuale questo puಠcostituire una grave fragilità . Questo èpalese, se consideriamo che la maggioranza delle attività svolte delle imprese sociali èsoggetta, anno dopo anno, a cospicui tagli di bilancio.
Non mancano, ovviamente, le difficoltà col mondo delle banche per l’accesso al credito. Sarà dunque importante confrontare i dati citati con quelli che saranno disponibili fra qualche mese.