Tra i vari bonus messi a disposizione in questi ultimi anni dal Governo italiano, particolarmente importante ai fini della digitalizzazione del Paese è quello relativo alla connettività internet ultraveloce. Inizialmente attivato solo per le famiglie, oggi il bonus internet può essere richiesto anche da partite IVA e piccole e medie imprese: vediamo meglio come funziona.
Bonus internet veloce: che cos’è e come funziona
Il bonus internet veloce è una misura prevista all’interno del Piano voucher del Ministero dello Sviluppo Economico, finalizzato a migliorare i livelli di digitalizzazione del Paese e a garantire una più facile accessibilità alla rete ultraveloce su tutto il territorio nazionale. Nella sua prima versione, il bonus era rivolto alle sole famiglie con ISEE inferiore a 20mila euro, mentre oggi la misura è stata estesa anche a PMI e titolari di partita IVA fino al termine delle risorse disponibili.
Il contributo ha valore variabile da 300 a 2500 euro, a seconda del tipo di connessione e di altri parametri, e una durata che può essere di 18 o 24 mesi e riguarda servizi di connettività a banda ultralarga da 30 Mbit/s ad oltre 1 Gbit/s (e superiori). La scadenza fissata per richiedere il bonus è il 15 dicembre 2022, ma come anticipato i fondi disponibili sono limitati (circa 600 milioni di euro ripartiti tra le varie regioni) e in caso di esaurimento degli stessi non sarà più possibile ottenere il beneficio.
Come si richiede il bonus internet
Il bonus per l’attivazione di una rete internet a banda larga non prevede particolari limitazioni, se non quella del limite dei fondi disponibili e, per le imprese, un massimo di 250 dipendenti e la regolarità contributiva. Non sono previsti infatti requisiti in termini di ISEE o di fatturato, il che permette ai soggetti titolari di partita IVA e alle PMI di poter accedere facilmente al contributo messo a disposizione dal Ministero.
Per effettuare la domanda e ottenere il bonus basta semplicemente rivolgersi a uno degli operatori telefonici accreditati e seguire le procedure indicati dagli stessi, sottoscrivendo una delle offerte disponibili. I voucher sono suddivisi su tre fasce, per quattro diverse tipologie che si differenziano per i parametri prestazionali dell’offerta.
Nella fascia A, per esempio, è possibile ottenere un contributo di 300 euro per contratti di durata dai 18 ai 36 mesi che garantiscano una connettività con velocità massima in download da 30 a 300 Mbit/s (voucher A1) oppure da 300 Mbit/s a 1 Gbit/s (voucher A2); nella fascia B il contributo è di 500 euro per connessioni con velocità massima in download da 300 Mbit/s a 1 Gbit/s; nella fascia C il contributo arriva fino a 2000 euro, per contratti da 24 a 36 mesi aventi per oggetto il passaggio a una connettività con velocità massima superiore a 1Gbit/s.
L’importanza del bonus per partite IVA e imprese
L’estensione del bonus alle partite IVA e alle imprese è un importante segnale in termini di digitalizzazione del tessuto economico italiano, un’opportunità per tante piccole realtà che non possono prescindere dall’utilizzo di internet e che, in questo modo, possono avere a disposizione la migliore connettività possibile abbattendo i costi.
La diffusione della banda larga, che per molte aree del Paese risulta ancora un problema non di poco conto, permette infatti di accedere a servizi di fondamentale importanza e, grazie a essi, di migliorare la produttività dei professionisti e delle aziende. Avere a disposizione internet veloce non significa soltanto scaricare contenuti rapidamente o utilizzare piattaforme di intrattenimento, come nel caso dei servizi di streaming audiovisivo o delle sale digitali con passatempi come le slot machine suddivise per jackpot, ma anche comunicare in tempo reale, abbattere le barriere geografiche e servirsi di applicazioni che permettono di ottimizzare ogni fase del lavoro.
Il sempre più frequente ricorso al remote working, per esempio, rende necessaria per molti liberi professionisti la disponibilità di una buona connessione per poter essere pienamente operativi e lavorare a stretto contatto, seppur a distanza, con clienti e fornitori. Un altro esempio in linea con i nostri tempi è la pratica di organizzare meeting e videoconferenze online, trasformando quindi il web in una sala riunioni a cui gli interessati possono accedere proprio attraverso la rete internet, senza contare poi tutte quelle soluzioni dedicate alla gestione dei team di lavoro che sfruttano applicazioni ad hoc.
Digitalizzare il lavoro significa restare al passo coi tempi e non perdere terreno rispetto al resto d’Europa e del mondo, dove in molti casi – come dimostrano anche i recenti dati diffusi da Eurostat – la banda larga è già una solida realtà al contrario dell’Italia, ferma nelle ultime posizioni di classifica. Nonostante i fondi limitati, dunque, il bonus può rappresentare un valido punto di inizio per spingere nella direzione giusta le realtà lavorative italiane, con la speranza che anche grazie alle somme previste dal PNRR possano presto arrivare anche investimenti strutturali in grado di potenziare ulteriormente la rete.