Nessuna banca, ovviamente, vuole perdere i suoi soldi nè arrivare dopo gli altri creditori in un’eventuale corsa al pignoramento. Cosà¬, solo le aziende che presentano fondate prospettive di continuità aziendale possono ambire ad una valutazione positiva.
Individuare queste prospettive di continuità non èfacile. La banca deve tener conto sia degli ordinari parametri di natura finanziaria, patrimoniale e reddituale ricavabili dagli ultimi bilanci aziendali, sia da fattori extracontabili come gli andamenti del proprio mercato di riferimento, i contenziosi legali in corso, magari le dimissioni degli amministratori ecc.: in generale, cioà¨, tutti i fattori e le notizie comunque raccolte che consentono di trarre delle conclusioni obiettive sulle speranze di sopravvivenza dell’impresa.
Ma non basta. La banca dovrà controllare anche i propri rapporti diretti con l’azienda nell’ultimo anno, per assicurarsi il rispetto di due condizioni: alla data del 30 settembre 2008 non dovevano esserci situazioni difficili legate a posizioni “in sofferenza†o “incagliateâ€, come si dice in gergo tecnico, oppure a debiti scaduti da oltre centottanta giorni; e alla data della presentazione dell’istanza non devono esserci, ugualmente, posizioni incagliate o in sofferenza (non rileva, in questo caso, la semplice presenza di debiti scaduti).
Una volta ricevuta l’istanza, la banca ha trenta giorni di tempo per valutare tutti gli elementi citati e stabilire se concedere o meno l’agevolazione. Se la richiesta èaccolta, la moratoria viene concessa con le modalità che descriveremo nel prossimo articolo.