Il mercato del frigorifero, oggi, èinfatti fortemente delocalizzato: le aziende del settore preferiscono produrre principalmente nell’Est europeo, con particolare attenzione alla Polonia.
I motivi sono due: sia sfruttare manodopera ugualmente qualificata ma con costo pari alla metà rispetto a quella italiana, sia usare le filiali in loco come testa di ponte per sfondare nel mercato esteuropeo, in cui le prospettive sono molto grandi e la concorrenza con altri giganti occidentali èaccesissima.
L’inevitabile conseguenza èun enorme ricorso alla cassa integrazione, in cui sono finite migliaia di operai italiani negli ultimi mesi.
Fra i grandi elettrodomestici, i frigoriferi non sono gli unici in cui la delocalizzazione èavviatissima e ormai irreversibile; il tasso di produzione estera èancora pi๠alto per altri prodotti, come gli scaldabagni elettrici e le asciugatrici.
Di contro, altri prodotti come i piani-cottura e i forni da incasso sono ancora integralmente prodotti nel nostro territorio.
In tutto, si calcola che attualmente sia circa un terzo l’ammontare dei grandi elettrodomestici prodotti all’estero da industrie italiane, ed èun valore destinato certo a crescere. Molto pi๠alta, comunque, èl’entità dei piccoli elettrodomestici, ormai quasi tutti realizzati all’estero, principalmente nell’Estremo Oriente.
Sul fronte degli incentivi governativi al settore, si ricorda il bruciante flop della detrazione fiscale per gli acquisti destinati alle case ristrutturate. Molto pi๠successo ha avuto invece l’agevolazione per l’acquisto di frigoriferi ad alta efficienza energetica, per il quale i produttori chiedono una proroga dell’efficacia, che dovrebbe cessare nel 2010.