Le nuove norme, invece, cambiano radicalmente direzione. Due sono le innovazioni pi๠importanti: la formazione continua e il controllo di qualità . Per entrambe le questioni, comunque, si attendono appositi provvedimenti operativi che determineranno gli aspetti di dettaglio.
La formazione continua comporterà l’obbligo per i revisori legali di mantenersi aggiornati sulle materie d’interesse professionale. In che cosa consisterà concretamente quest’obbligo non si sa ancora niente, ma èprobabile che sorgerà l’obbligo di guadagnarsi annualmente un piccolo bottino di crediti formativi con la partecipazione a convegni ed altri appuntamenti formativi.
Chi, pur abilitato, non intenderà esercitare la professione, potrà richiedere l’iscrizione in una sezione speciale del registro, quello dei revisori inattivi, cui saranno iscritti d’ufficio anche coloro che per tre anni consecutivi non assumeranno alcun incarico; e se, successivamente, vorranno tornare sul mercato, i revisori inattivi dovranno passare attraverso un corso di aggiornamento professionale. Nel frattempo, comunque, saranno esonerati dalla formazione continua.
Ma la novità principale èl’inedito controllo di qualità a cui tutti gli iscritti saranno soggetti periodicamente: ogni tre anni se si esercita la revisione legale in società quotate, altrimenti ogni sei.
Il controllo sarà svolto da persone particolarmente esperte nel ramo della revisione e comporterà un’indagine sulle carte di lavoro dei singoli professionisti, per verificare la corretta applicazione delle leggi e dei principi di revisione, la verifica dei rischi, il rispetto dei requisiti di obiettività e d’indipendenza nello svolgimento degli incarichi e cosଠvia.
Per sostenere finanziariamente il sistema dei controlli di qualità , il contributo annuale a carico dei revisori sarà sensibilmente inasprito.