àˆ il caso dei giochi on line: nell’anno appena trascorso, gli italiani vi hanno puntato circa 445 milioni di euro, ben oltre i già sbalorditivi 378 milioni del 2008. Circa duecentonovantacinque milioni, pi๠precisamente, hanno riguardato i giochi basati non sulla fortuna bensଠsull’abilità dei partecipanti (i cosiddetti “skill gamesâ€), in cui il tradizionalissimo poker, con il 97%, si aggiudica la parte del leone.
Rispetto al totale speso nei giochi d’azzardo (54 miliardi, pari ad oltre il 3% del PIL), i giochi on line rappresentano solo una fetta, pari al 7%, anche se in crescita significativa; nelle nazioni del Nord Europa, perà², si arriva addirittura al 20-25%, dovuto in parte a fattori culturali (certi giochi sono pi๠radicati in un luogo piuttosto che in un altro) e in parte per la confidenza ancora ridotta che gli italiani hanno con la rete delle reti rispetto ai colleghi giocatori scandinavi o britannici.
Circa il 30% del mercato italiano èdetenuto dall’azienda Microgame, il cui concorrente pi๠temibile, Bwin, sta crescendo in virt๠di alcune acquisizioni. Posizioni minori per i tre colossi del gioco d’azzardo tradizionale (Lottomatica, Snai e Sisal) e per la società di poker on line Pokerstars. Il mercato ècomunque nuovo e in fase di espansione, e c’ dunque ancora spazio per nuove aziende che sicuramente si inseriranno nei prossimi anni.