àˆ bene perಠdarne conto, poichè gli effetti di quanto effettuato in passato potrebbero ancora riverberarsi negli anni a venire fino ad esaurimento.
L’ammortamento anticipato consentiva di incrementare le aliquote fino al doppio rispetto alla strada ordinaria nei primi tre anni di acquisto del bene (solo il primo anno, se era un bene usato), ed era una comoda e diffusissima soluzione per abbattere il reddito imponibile nei primi periodi d’imposta (salvo, perà², pagare di pi๠in futuro).
L’ammortamento accelerato consentiva di ammortizzare senza limiti di alcun tipo, al fine di riflettere la maggiore usura del bene rispetto alle previsioni tabellari. Occorreva, perà², giustificare tali aliquote superiori ricorrendo a costose perizie tecniche.
L’ammortamento ridotto consentiva, invece, di applicare aliquote inferiori rispetto alle ordinarie. Era previsto un complesso meccanismo per recuperare in seguito quanto non dedotto in precedenza, con alcuni rischi di indeducibilità .
L’abrogazione dell’ammortamento ridotto ha lasciato molti dubbi. àˆ ancora possibile oggi applicare aliquote di ammortamento inferiori rispetto a quelle tabellari? La risoluzione 78/2005 dell’Agenzia delle Entrate ha risposto positivamente, qualora ciಠrispetti i criteri civilistici di ammortamento.
Fra le forme alternative, dunque, l’unica rimasta in piedi èquella dell’ammortamento integrale, applicabile sia dalle imprese che dai professionisti. Tutti i beni il cui valore d’acquisto unitario non supera € 516,46 possono essere ammortizzati integralmente nell’anno di entrata in funzione, senza alcuna ripartizione nel tempo.
In pratica, si tratta di “togliere di mezzo†subito i beni di valore modesto, evitando complesse ripartizioni negli anni di quote di ammortamento pari talvolta a pochi euro.