Il Salone si èsvolto alla metà di aprile. Ora che i battenti si sono chiusi, possiamo trarre qualche considerazione a mente fredda sulla fiera.
Innanzitutto, si conferma ancora una volta quanto l’esposizione rappresenti una colossale occasione di business non solo per Milano ma per la Lombardia tutta: si calcola che il fatturato realizzato in occasione del Salone e dei numerosissimi eventi collegati sia pari a circa 250 milioni di euro, di cui circa l’80% concentrato nel capoluogo.
A beneficiarne sono stati prevalentemente gli alberghi, che hanno registrato in quei giorni il tutto esaurito, nonchè bar e ristoranti. Ma a gioire di pi๠sono stati probabilmente i tassisti, che considerano non a caso i giorni della fiera come i pi๠importanti dell’anno dal loro punto di vista (e la liberalizzazione dei turni decisa dal Comune di Milano ha consentito di sfruttare appieno la situazione).
In effetti, la massa di espositori e visitatori provenienti da tutta Italia e da mezzo mondo èstata imponente.
Come previsto, ècresciuto ampiamente il numero dei visitatori russi e asiatici, ma la notizia forse migliore èuna ripresa (dopo qualche anno negativo) degli occidentali, inglesi e americani in testa.
Le aziende del settore, onestamente, non paiono impazzire dall’entusiasmo, ma vivono tutto sommato respirando un’atmosfera di cauto ottimismo: la crisi del settore èancora forte e gli incentivi governativi si sono rivelati modesti, ma i semi per una ripresa duratura forse sono stati gettati.