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Sanzioni per F24 a saldo zero

Esiste almeno un campo in cui il nostro sistema fiscale èinvidiato dalle amministrazioni finanziarie di tutto il mondo: le compensazioni fra debiti e crediti riferiti ad imposte diverse, inclusi i contributi previdenziali.

La compensazione avviene tramite modello F24 e, associando ad ogni importo indicato il codice che contraddistingue il versamento e il periodo di riferimento, si gestisce il problema con estrema rapidità  e semplicità . Non a caso, il modello italiano, istituito una dozzina di anni fa, èstudiato da parecchi Paesi che intendono introdurlo anche nei rispettivi ordinamenti.


Perchè l’Agenzia delle Entrate e gli altri enti interessati possano conoscere la gestione di crediti e debiti eseguiti dal contribuente, perà², la presentazione del modello èchiaramente un passaggio ineludibile, anche se il saldo finale fosse pari a zero (per esempio, si paga l’acconto ICI per 80 euro e il contributo INPS per 70 euro compensando con 150 euro di credito IRPEF).

àˆ anzi stabilita una sanzione specifica: 154 euro in caso di omessa o tardiva presentazione del modello a saldo zero, ridotta a 51 euro se il ritardo non èsuperiore a cinque giorni, come prevede l’articolo 19 del decreto legislativo n. 241/1997.

In risposta al quesito di un lettore, tuttavia, l’esperto del “Sole 24 Ore” ha gettato nuova luce sulla questione. Ezio Maria Pisapia, infatti, fa notare come a tutt’oggi non esista alcuna norma che stabilisca la modalità  di irrogazione di tale sanzione e, soprattutto, non èchiaro chi dovrebbe comminarla.


Nell’esempio fatto in precedenza sono coinvolti ben tre enti diversi (INPS, Agenzia delle Entrate e un Comune): chi di loro sarebbe chiamato a punire il contribuente in caso di condotta omissiva? Non èdato saperlo.
E infatti, conclude l’esperto, “la sanzione, a quanto risulta, non èstata mai applicata”.