Ci ha pensato l’osservatorio Ires a fare qualche studio sulla questione e a trasportare la questione dalle frasi generiche ad un’analisi pi๠approfondita.
L’osservatorio, innanzitutto, ha cercato di individuare concretamente quali siano esattamente i green jobs, togliendo dal novero i profili con i legami pi๠tenui rispetto alla questione centrale.
Sono stati individuati in tutto cinquantaquattro profili professionali: si tratta per lo pi๠di figure specializzate di ingegneri ed elettricisti, senza perಠtrascurare designer e architetti, consulenti legali e geometri, agronomi e chimici, fino agli energy manager, e cioèi funzionari che nelle grandi aziende sono incaricati di individuare le migliori strade per risparmiare energia e riqualificare in chiave ambientale l’apparato organizzativo e produttivo.
In secondo luogo, l’osservatorio ha cercato di calcolare il numero di occupati che i green jobs dovrebbero fornire in Italia nei prossimi anni. La stima non ènegativa ma non appare nemmeno fra le pi๠rosee, almeno considerando altre ipotesi correnti: l’ipotesi, infatti, èquella di duecentocinquantamila nuovi occupati entro i prossimi dieci anni.
A questo valore “lordoâ€, perà², vanno tolti i posti di lavoro tradizionali che andranno perduti a causa dell’incremento dei green jobs; qui i calcoli divengono molto pi๠complicati, ma l’osservatorio arriva a concludere che gli occupati “al netto†da qui al 2020 dovrebbero oscillare fra i sessantamila e i novantottomila.
In questo quadro, va ricordato come, in obbedienza a direttive comunitarie, l’ENEA abbia previsto delle certificazioni per gli installatori di impianti fotovoltaici, per togliere dal mercato gli impiantisti dilettanti e lasciar spazio solo a soggetti adeguatamente formati.