“Il Sole 24 Ore†suggerisce il percorso logico che devono seguire i contribuenti nel confrontarsi con lo spauracchio degli studi di settore.
Innanzitutto, va ricordato come siano stati elaborati dettagliati e notevoli correttivi che tengono conto della crisi che ha investito nel 2009 pressochè ogni ambito economico: per questo motivo, anche risultati reddituali che una volta avrebbero portato a risultati di incongruità , nel 2010 possono consentire ai contribuenti di mettersi al riparo.
Qualora invece il risultato segnali l’incongruità della nostra dichiarazione, si tratterà di verificare se, nelle maglie degli studi, non ci siano magagne che ci abbiano penalizzati. Puಠessere, infatti, che Gerico ci abbia assegnati ad un cluster al quale la nostra azienda obiettivamente non appartiene; oppure, puಠessere che vi siano altri fattori, non considerati adeguatamente fra i correttivi, che rendono il nostro risultato, per quanto incongruo, assolutamente corretto e fondato.
In tali ipotesi, sarà bene sfruttare lo spazio delle annotazioni e segnalare le nostre perplessità . Meglio, comunque, essere obiettivi e non fornire spiegazioni strampalate, altrimenti otterremo il risultato opposto a quello desiderato, e cioèdi attirare l’attenzione e i controlli.
Ma la carta pi๠importante da giocare, qualora si preferisse non adeguarsi ai risultati di Gerico, èil contraddittorio, obbligatorio per legge. Se mai saremo convocati dall’Agenzia delle Entrate in occasione di una procedura di accertamento, sarà in quella sede che faremo valere le nostre buone ragioni.
D’altronde, èormai consolidato l’orientamento per cui gli studi di settore, da soli, sono insufficienti a rettificare il reddito dichiarato: sono indispensabili altri indizi, come l’irregolarità delle scritture contabili o movimenti ingiustificati sul conto corrente.