Occorre fare un passo indietro: nel 2008 fu stipulato il contratto collettivo nazionale di categoria, con validità quadriennale. Nel 2009, perà², in seguito allo scoppiare della crisi globale e dei suoi deleteri effetti sulle aziende manifatturiere, l’associazione imprenditoriale di categoria, Federmeccanica, concordಠe stipulಠun nuovo accordo collettivo, sostitutivo del precedente.
Il nuovo accordo, accettato dalle federazioni di settore aderenti a CISL, UIL e altre sigle minori, fu perಠbocciato dalla FIOM, aderente alla CGIL e, di gran lunga, il sindacato col maggiore numero di aderenti. Nei confronti di operai e impiegati aderenti alla FIOM, dunque, continua tuttora ad applicarsi il CCNL del 2008.
Le differenze fra le due soluzioni si fondano su una maggiore flessibilità di orari e diritti dei lavoratori.
Com’era facile immaginare, tuttavia, era improbabile che due CCNL diversi potessero continuare a lungo a convivere; cosà¬, la Federmeccanica ha scelto la linea dura, annunciando (con parecchio anticipo) di non avere intenzione di rinnovare con i lavoratori aderenti alla FIOM il contratto del 2008, che arriverà a scadenza nel 2012.
L’obiettivo, ovviamente, èdi arrivare ad applicare a tutti i lavoratori il CCNL del 2009, volenti o nolenti; e, altrettanto ovviamente, la FIOM (e la CGIL con essa) èandata su tutte le furie. Sono già annunciati scioperi e altre manifestazioni di protesta, mentre vari esponenti sindacali parlano di “strappo alle regole democratiche†e di “scelta eversiva senza precedentiâ€.
L’aspetto che forse risalta di pià¹, comunque, èla profonda spaccatura del mondo sindacale. Le sigle aderenti al contratto del 2009, infatti, hanno scelto un atteggiamento neutrale, limitandosi a definire “scontata†la decisione di Federmeccanica.
Fonte: Il Sole 24 Ore