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Classificazione dei costi per discrezionalità  e controllabilità 

Oltre ai pi๠comuni criteri di classificazione dei costi di produzione, analizzati negli articoli precedenti, ne esistono altri, meno conosciuti, che sono impiegati soprattutto dalle aziende di maggiori dimensioni, mentre appaiono un po’ superflui per le ditte medie e piccole.

Uno di questi metodi distingue i costi sulla base del grado di discrezionalità  che vi sovrintende. I costi parametrici, in particolare, sono quelli che sono sostenuti per motivi tecnici su cui c’ poco da decidere. Se per produrre due unità  di Y occorre acquistare un’unità  di X che costa 20 euro e il nostro obiettivo èprodurre 1.000 Y, si spenderanno in tutto 10.000 euro: e su questo costo c’ poco da trattare.


Se invece dobbiamo decidere quante risorse destinare alla pubblicità  oppure alla ricerca, saremo noi a valutare quanto destinarvi, in base all’utilità  di queste funzioni e alle risorse disponibili: tali costi sono cioèpuramente discrezionali.
Un’analisi pi๠raffinata inserisce fra parametrici e discrezionali anche la categoria dei costi vincolati: sono quelli che siamo obbligati a sostenere oggi perchè in passato sono state prese decisioni su cui non si puಠtornare indietro.
L’ultimo criterio di classificazione da esaminare distingue i costi controllabili e quelli incontrollabili. Ipotizziamo una grande azienda con molte filiali, ognuno delle quali èdiretta da un responsabile.
La sede centrale, ovviamente, si troverà  periodicamente a valutare l’operato del direttore per stabilire se mantenerlo in carica o sostituirlo; fra gli aspetti da valutare, naturalmente, ci saranno anche le capacità  del direttore di tenere sotto controllo la struttura dei costi.


Esistono, tuttavia, costi che la singola filiale non puಠevitare perchè derivanti da decisioni prese dall’alto; l’esame, percià², non puಠche concernere quelli che invece dipendono dalle sue scelte. Ecco, quindi, la distinzione fra i costi controllabili e gli incontrollabili.

Fonte: nostra elaborazione