àˆ fin troppo ovvio segnalare che tale livello minimo altro non èche il costo sostenuto dall’azienda per realizzare il prodotto stesso: i ricavi, cioà¨, devono come minimo coprire tutti i costi di produzione.
Se l’impresa realizza un’unica produzione, il costo da attribuire al prodotto si trova con molta facilità . Se i costi sostenuti per realizzare cinquantamila unità sono pari ad un milione di euro, èvidente che il costo di prodotto èpari a venti euro e il prezzo di vendita va fissato da tale livello in su.
Se perಠle produzioni sono pi๠di una, tutti i costi di natura indiretta dovranno essere attribuiti al singolo prodotto con criteri pi๠o meno soggettivi. A seconda del livello di arbitrarietà adottato (che dipende dalla natura dei costi considerati) possiamo quindi avere varie configurazioni del concetto di costo di prodotto: ogni livello successivo di configurazione presenta un grado di aleatorietà pi๠elevato del precedente, che puಠrendere inaffidabile l’intera analisi.
Le quattro configurazioni, su cui ci soffermeremo nel prossimo articolo, sono quelle del costo diretto, del costo industriale, del costo pieno e del costo economico-tecnico.
Prima di approfondire, perà², èbene chiarire a quali parametri possiamo far riferimento per ripartire i costi generali fra pi๠produzioni. Una soluzione semplice e sostanzialmente obiettiva èsuddividere proporzionalmente ai costi diretti; in alternativa, si possono considerare l’apporto della forza-lavoro (misurata in giorni-uomo) oppure le superfici dei locali destinati esclusivamente alle distinte produzioni, o un mix ponderato di pi๠parametri.
Fonte: nostra elaborazione