La nuova normativa in primo luogo comporta un incremento della mole di lavoro da parte dei responsabili delle imprese o dei professionisti da queste incaricati e quindi un inevitabile incremento dei costi.
Secondo alcune rilevazioni ufficiali di mercato ciascun invio costerà ad ogni impresa circa 45 euro, a cui bisogna aggiungere 7 euro per ogni anagrafica di cliente fino a 15, per poi andare a scalare per i successivi. Ogni comunicazione comprende 5 documenti per cliente, ogni ulteriore documento costerà 1 euro. Facendo un breve calcolo, dunque, un’impresa che ogni mese invia la comunicazione con 15 anagrafiche ciascuna con un massimo di cinque documenti dovrà sborsare in un anno 1.800 euro (45 euro l’invio pi๠7 euro per ognuna delle 15 anagrafiche moltiplicate per 12 mesi), somma a cui bisogna poi aggiungere il costo richiesto dai professionisti incaricati o dalla forza lavoro alle dipendenze dell’azienda.
Questo, dunque, il costo da sostenere nel caso in cui fili tutto liscio e non vengano riscontrati errori o omissioni, un’ipotesi che data la poca chiarezza di alcuni aspetti appare pi๠che probabile. Tra questi figura l’obbligo di indicare il codice fiscale o altro codice identificativo dell’operatore residente in uno dei paesi della “black list”, un dato che non sempre èsemplice reperire facilmente visto che per alcuni operatori, tra cui quelli collocati in Svizzera, questo codice non esiste.
Il risultato, dunque, èche tra i costi da sostenere va tenuto conto anche delle eventuali sanzioni, che vanno da un minimo di 516 euro fino ad un massimo di 4.130 euro, e a cui si applicherà il cumulo materiale e non quello giuridico.