Attualmente, lo sciopero nei servizi pubblici essenziali èdisciplinato dalla legge 146 del 1990, che cerca di contemperare il diritto costituzionale all’astensione collettiva dal lavoro da parte dei dipendenti con le esigenze della collettività legate alla fruizione di servizi indispensabili (come quelli legati all’informazione, alla giustizia, all’istruzione…)
Tuttavia, il settore in cui gli scioperi mettono maggiormente in difficoltà la cittadinanza ècerto quelli nell’ambito dei trasporti. In effetti, l’ultima relazione presentata dal presidente della Commissione di Garanzia, Antonio Martone, presenta numeri significativi: nel 2008 sono stati 856 gli scioperi nazionali e locali proclamati nei servizi pubblici essenziali, di cui pi๠della metà nel settore trasporti, in cui si registra un 17% in pi๠rispetto al 2007.
La parte del leone la fa il trasporto aereo: in media quasi una protesta alla settimana, in gran parte a causa del caso Alitalia.
Martone punta l’indice anche su altri problemi correlati, come la frequente proclamazione di proteste da parte di sigle poco rappresentative e la piaga dell’â€effetto-annuncioâ€, consistente nel dichiarare scioperi che sono poi revocati all’ultimo minuto, per manifestare comunque il dissenso senza perdere una giornata di lavoro, creando comunque evidenti disagi alla popolazione: basti ricordare che circa due terzi degli scioperi proclamati sono stati poi revocati.
Se dunque un giro di vite èstato richiesto da pi๠parti da anni, dall’altro lato si ricorda che comunque lo sciopero èlo strumento di lotta pi๠efficace con cui i lavoratori possono difendere i propri diritti.
Il Ddl Sacconi si propone di bilanciare le diverse esigenze, agendo su pi๠fronti.