Ogni anno, infatti, le modifiche legislative e gli eventi di mercato tendono a rendere tutt’altro che routinaria quest’operazione.
In merito ai bilanci del 2008, in particolare, pesano molti fattori: la grave crisi e l’incertezza sui mercati rende alquanto difficile attribuire un valore a molte poste dell’attivo, soprattutto per quelle società che applicano i principi contabili internazionali e dunque devono adottare come criterio-principe per le valutazioni non il costo storico (tipico della tradizione italiana) bensଠil famigerato “fair valueâ€, il valore equo che si deve cercare di desumere dalle transazioni che avvengono in un mercato sempre pi๠imprevedibile.
Ma anche il legislatore ci ha messo del suo, con le numerose novità fiscali approvate nell’ultima Finanziaria del governo Prodi (con effetto proprio a partire dall’esercizio 2008) che, modificando fra l’altro le regole sulla deduzione degli interessi passivi e sulla formazione della base imponibile IRAP, hanno reso meno immediato il calcolo delle imposte definitive da contabilizzare in bilancio.
Cosà¬, sempre pi๠società stanno valutando di ricorrere al rinvio della data per l’approvazione del documento da parte dell’assemblea: dalla data del 30 aprile si schizzerebbe al 29 giugno (sessanta giorni dopo), consentendo ad amministratori, sindaci e revisori di svolgere i rispettivi compiti con pi๠calma.
Ma non èsempre possibile rinviare la data ultima per l’approvazione: proprio per ridurre gli abusi nell’utilizzo di questa facoltà (che un tempo erano frequentissimi), il legislatore ha fissato da qualche anno alcune regole piuttosto severe e inderogabili sulla possibilità o meno di rinviare la scadenza.