Gli studi di settore per il 2008, secondo la normativa approvata lo scorso anno, sono stati approvati ed emanati nello scorso 31 dicembre.
Tuttavia, in seguito a richieste giunte da molte parti del sistema produttivo, l’esecutivo ha deciso di introdurre delle modifiche eccezionali nei criteri statistici alla base degli studi, per adeguarli ai fattori contingenti.
Per affinare e aggiornare gli studi, in questi pochi mesi èstato avviato un lavoro imponente, coinvolgendo e interpellando le associazioni di categoria e invitando tutti i titolari di partita IVA a rispondere ad alcuni questionari resi pubblici.
Dei correttivi introdotti, alcuni sono applicabili a tutti gli studi di settore, per tenere conto, ad esempio, delle fiammate del prezzo dei carburanti dell’estate scorsa e di altre materie prime, oppure della presenza di grandi stock di merci invendute nei magazzini. Altri correttivi, invece, sono stati studiati specificamente per singoli settori in crisi, come quello dell’oreficeria o della ceramica.
Il risultato complessivo di questi interventi dovrebbe essere quello di ridurre la soglia di reddito e di volume d’affari ritenuto minimo per apparire congrui e coerenti, sia pure in misura differente per singolo studio.
In tutti i casi, il diretto dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha confermato per l’ennesima volta che gli studi “non costituiscono in alcun modo una sorta di catastizzazione dei ricaviâ€, bensଠun semplice strumento di ausilio per individuare posizioni anomale e meritevoli di approfondimenti.