L’Istat punisce con i dati alla mano pi๠generazioni di bamboccioni italiani, ragazzi tra 18 e 34 anni che vivono ancora a casa con i genitori. Una percentuale tricolore che supera del 20 per cento la media europea ed èabbondantemente distante dall’ideale di autonomia dei paesi settentrionali.Â
La metà dei 25-34enni a casa con mamma, in Svezia soltanto il 4%. Due modelli economici diversi, due stili di vita differenti. Ecco quello che succede nello Stivale secondo l’Eurostat.
Il 49% dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni vive con mamma a fronte di appena il 3,7% dei coetanei svedesi, il 3% dei danesi e dell’11,2% di quelli francesi. Tra i 25 e i 34 anni in Europa in media il 29,2% delle persone vive ancora in famiglia.
Cosa ècambiato dal 2014 ad oggi
Nel 2014 vivevano in famiglia – secondo quanto si legge sugli ultimi dati Istat – 6,8 milioni di persone tra i 18 e i 35 anni (quasi tre milioni con pi๠di 25 anni e tra questi oltre un milione di over 30). La percentuale dei ”mammoni” èparticolarmente elevata in Italia rispetto al resto dell’Europa soprattutto tra i 25 e i 34 anni ovvero nella fascia di età nella quale si dovrebbe, finiti gli studi, cominciare a lavorare e costruire la propria famiglia.
Le differenze geografiche
E per i maschi la percentuale di ‘bamboccioni’ èancora pi๠alta con il 57,6% dei giovani tra i 25 e i 34 anni a casa a fronte del 36% nell’Ue a 28. Per le ‘ragazze’ la percentuale scende al 40,6% (in crescita dal 36,1% del 2010) ma resta di molto superiore a quella danese (1,7%) e norvegese (2,5%) ma anche francese (7,1%) della stessa fascia di età . Restano invece a casa, anche a causa delle difficoltà nella ricerca del lavoro, le ragazze spagnole (33,4%) e quelle greche (42,3%).