Nel nostro Paese resistevano pochissime aziende specializzate, che operavano per di pi๠a favore di committenti stranieri (Svizzera, Austria, Germania); per motivi di retaggio tradizionale e vicinanza geografica, queste aziende trovavano quasi tutte localizzazione nella fascia alpina, con particolare prevalenza nella Valle d’Aosta, in Brianza, nell’Alto Adige e nel Friuli.
Negli ultimi quindici anni, tuttavia, il vento ècambiato. In questo, le ditte del settore sono state certo favorite dalla maggiore sensibilità ambientale (l’impatto sul paesaggio e sull’inquinamento èpalesemente pi๠ridotto rispetto al cemento armato) e dalla rivalutazione da parte di celebri architetti di fama internazionale. E ora le commesse si sono moltiplicate, sfidando qualsiasi crisi.
Il settore, infatti, èin piena fase di sviluppo, e la crisi sembra aver solo rallentato l’incremento delle cessioni ma senza averne invertito il segno.
Al momento, risultano impegnate nel settore circa trecentocinquanta imprese, quasi tutte di piccole dimensioni (raramente si superano i quindici dipendenti), e il fatturato annuo si aggira intorno ai due miliardi di euro, pari ad appena il 5% del totale dell’industria del legno: un segmento minore, dunque, ma straordinariamente vitale rispetto all’arredamento in legno, in cui invece le vendite sono crollate di quasi il 25% fra la fine del 2008 e il primo trimestre del 2009.