àˆ pur vero, come fanno prudenzialmente notare le associazioni imprenditoriali del settore, che il 2009 era stato un anno particolarmente sfortunato, e dunque una ripresa cosଠimperiosa era tutto sommato non imprevedibile. Ciಠnon toglie, comunque, che per le industrie italiane della chimica vi era molta attesa che le cose tornassero a girare, dopo tante traversie.
La causa della fortuna del comparto, in realtà , costituisce anche il suo limite: parliamo dell’aumento incessante del costo delle materie prime. Le aziende della chimica, in genere, acquistano materie prime e cedono sul mercato composti che serviranno ad altre imprese industriali (nell’elettronica, nella farmaceutica…).
Il fenomeno di questo periodo èdato dalla forte domanda proveniente dalle imprese clienti, le quali, temendo che la corsa delle materie prime continui ancora a lungo, preferiscono fare incetta di prodotti chimici il prima possibile: una forte domanda, dunque, che ha portato le industrie chimiche a tornare a respirare.
Allo stesso tempo, perà², il costo delle materie prime incide fortemente sulla struttura reddituale delle stesse industrie chimiche, specie se consideriamo che i loro clienti, spesso in difficoltà per conto proprio, pagano gli ordinativi sempre pi๠tardi.
In attesa di vedere come andranno le cose, comunque, un dato indiscutibilmente positivo èche le aziende chimiche italiane hanno conquistato i mercati internazionali: gran parte della domanda proviene dall’estero, e le nostre industrie hanno conquistato parecchi spazi lasciati liberi dai concorrenti.