Il lavoro autonomo deve essere disciplinato e non soltanto rispetto agli adempimenti fiscali delle partite IVA. C’èbisogno di una regolamentazione che renda pi๠fluido tutto il sistema non imprenditoriale all’italiana. Ecco allora il parere delle Regioni rispetto ad un impianto normativo ad hoc.Â
Le Regioni hanno espresso un parere favorevole, anche se “condizionatoâ€, sul Ddl (collegato alla legge di stabilità 2016) per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.
In un documento che èstato consegnato al Governo nel corso della Conferenza Unificata dell’11 febbraio, le Regioni propongono una modifica dell’articolo 6, che servirebbe a garantire risorse adeguate alle nuove competenze attribuite ai Centri per l’impiego che dovranno dotarsi, in ogni sede aperta al pubblico, di uno sportello dedicato al lavoro autonomo. Non male dal punto di vista informativo, utile per fare un censimento dei professionisti e del loro volume d’affari. Come spiega ancora l’Adnkronos, c’èla speranza che poi – fatti gli elenchi – ci sia un ricorso ai consulenti “certificati” da parte di imprese e amministrazioni pubbliche:
Anche l’articolo 7 del ddl, aggiungono le Regioni, prevede che le amministrazioni pubbliche promuovono, in qualità di stazioni appaltanti, la partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici, in particolare, favorendo il loro accesso alle informazioni relative alle gare pubbliche, anche attraverso gli sportelli dei centri per l’impiego. “Pur ritenendo plausibile che i centri per l’impiego eroghino servizi anche ai lavoratori autonomi, non risulta sostenibile che si attivi uno sportello dedicato in ogni sede aperta al pubblico, senza alcun onere aggiuntivo”, conclude la Conferenza delle Regioni.