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Esportazione di formaggi in grande ascesa

Per parecchi anni, il saldo della bilancia commerciale del mondo di formaggi e latticini era negativo: i prodotti provenienti dall’estero superavano quelli che le nostre aziende riuscivano a vendere oltreconfine.

Proprio il 2009, invece, che ha visto un crollo delle esportazioni in moltissimi comparti, si èrivelato un anno eccezionale per i formaggi: il saldo fra export e import supera 150 milioni di euro, cifra impensabile anche solo nel 2008.


In realtà , non si tratta di un caso. Dietro il successo dei latticini italiani si nasconde una lunga e profonda campagna di marketing, favorita fra l’altro fra una stretta alleanza fra i produttori. Basti pensare alla tradizionale rivalità  fra il consorzio del parmigiano reggiano e quello del grana padano, che èvenuta meno negli anni scorsi durante la concertazione della “invasione” dei prodotti sui mercati esteri.

La scelta attuata, che si èrivelata vincente, èstato agire su due fronti: trattare la commercializzazione dei nostri formaggi sia rivolgendosi alla grande distribuzione organizzata che agendo direttamente con pubblicità  e azioni di marketing, per farsi conoscere dai buongustai stranieri.

Non a caso, parmigiano e grana predominano nella classifica delle esportazioni, con oltre sessantaduemila tonnellate di formaggi esportati nel 2009. Numeri vertiginosi, cui ambiscono anche altri consorzi di produttori, come quelli del pecorino, del gorgonzola e della mozzarella di bufala, oggi incamminati lungo la medesima strada virtuosa.


Ma dove vanno a finire i nostri prodotti? àˆ il mercato europeo ad essere di gran lunga il pi๠interessante, con particolare attenzione a Francia, Germania e Regno Unito. Uscendo dai confini continentali, il mercato principale èquello statunitense, mentre sono ancora agli inizi i tentativi di infiltrazione nelle tavole asiatiche.