Comunque sia, questo graduale e irrefrenabile calo rischia di mettere in ginocchio i produttori vitivinicoli italiani.
Nonostante si punti senza sosta a migliorare la qualità della produzione e a ridimensionare le quantità (esistono anche incentivi comunitari allo sradicamento dei vigneti), le cantine continuano a riempirsi di quantità crescenti di vino invenduto.
Qualche numero: negli anni Settanta il consumo pro-capite di vino da parte dei cittadini italiani era intorno ai 120 litri; nel 2007 si era scesi a 45 litri, nel 2009 addirittura a 43. Ciononostante, l’Italia èil primo produttore europeo (47 milioni di ettolitri nel 2009, +2,2% rispetto al 2008).
La soluzione inevitabile èaccrescere la propria presenza sui mercati esteri: le esportazioni di vino italiano sono molto elevate da anni (occupiamo il 18% dei commerci mondiali), ma purtroppo la strada obbligata èaumentarla sempre di pià¹, anche perchè la situazione di crisi del mercato interno èun problema comune anche ai produttori francesi, spagnoli ed europei in genere, e dunque la competizione per aggiudicarsi i pi๠promettenti mercati emergenti èserratissima.
àˆ la Cina, in particolare, a sollecitare i maggiori appetiti. Il consumo di vino da parte dei cinesi èaumentato da 5,1 milioni di ettolitri nel 1995 a 13,3 milioni nel 2009, e siamo ancora agli inizi: si presume che il consumo pro-capite aumenti del 25% solo nei prossimi quattro anni.
Fonte: Il Sole 24 Ore