I Consulenti del Lavoro hanno effettuato un sondaggio tra gli imprenditori per capire quanto effettivamente il Jobs Act li abbia stimolati ad effettuare nuove assunzioni. In realtà la maggior parte di loro ritiene che i contratti stipulati siano stati delle stabilizzazioni dei precedenti contratti e non nuove assunzioni.Â
Quello che i Consulenti del lavoro hanno dimostrato con la loro indagine èche soltanto il 40% dei datori di lavoro pensa che il Jobs Act sia stato economicamente e socialmente positivo per il territorio italiano. In realtà il 70% dei contratti a tempo indeterminato èfrutto della trasformazione dei contatti in essere e non il risultato di nuove assunzioni. Che vuol dire?
>Â Licenziamento e conciliazione nel Jobs Act, i punti critici
Che non c’èstato un aumento dell’occupazione. Repubblica riporta quanto segue:
Oltre il 70% del campione ritiene che non siano aumentate le assunzioni ma si tratti di trasformazone di contratti già in essere. Appena il 10% dei datori di lavoro si ritiene pienamente soddisfatto dei contenuti del Jobs Act, tanto da definirlo uno strumento essenziale per lo sviluppo dell’impresa. Un terzo afferma invece che avrebbe preferito un’altra tipologia di intervento o addirittura lo trova inutile.
La preoccupazione maggiore degli intervistati riguarda cosa accadrà alla scadenza degli incentivi previsti dalla legge di stabilità 2015 e che consente ai datori di lavoro di non pagare i contributi Inps per tre anni fino a poco pi๠di 8 mila euro. Il 71% del campione ritiene che alla fine del periodo si tornerà ai livelli, anche perchèben il 73% degli intervistati non vede alcun segnale di ripresa economica.